23/11/2005 - William.h
Capitolo I
Risveglio
1.
Quando aprì gli occhi nessuna palude apparve. Nessuna bambina e niente fango. Si trovava disteso in un letto, mentre la calda luce del mattino filtrava attraverso grigie tende di stoffa accarezzando solide pareti di legno. Nell’angolo opposto al giaciglio si trovavano ancora avvolti nell’ombra un piccolo scrittoio e una sedia in legno, entrambi di modesta fattura. Sullo scrittoio si delineava colpita dai pochi raggi di sole che vi arrivavano, la figura di una lampada ad olio spenta.
Kyle ci mise un po’ a far diradare le ombre che offuscavano la sua vista e la sua mente, e, quindi, a realizzare dove si trovasse. Non c’erano paludi, incendi o diaboliche bambine e sicuramente non erano mai esistite se non nel più cupo e vivido incubo che avesse mai avuto.
Trasse un profondo respiro.
<<Solo un sogno...>>
Fissò il soffitto a lungo scorrendo i momenti onirici trascorsi. Sapeva che non era accaduto veramente eppure non riusciva ad accettarlo. Era stato così reale che aveva la netta impressione di sentire ancora la puzza del fumo e il calore del fuoco sulla pelle. Le urla echeggiavano nella sua mente insieme alla voce sottile ed inquietante della bambina. Poteva davvero essersi immaginato tutto?
Si tirò a sedere sul letto. La stanza era come l’aveva lasciata la sera prima: spoglia e deprimente. Si alzò ignorando le proteste di ossa e articolazioni che scricchiolarono all’unisono, spalancò la finestra facendo entrare nella piccola stanza la luminosa luce mattutina. Il sole era già alto nel cielo e rischiarava i campi di grano e granturco. I pascoli sulle colline alla sua sinistra brillavano di verde intenso, mentre una mandria di bovini ne brucava lentamente i germogli. Due filari di pioppi immobili costeggiavano la via in mezzo ai campi fino all’agglomerato di case che si vedeva poco più a sud. Da quella direzione giungeva il vociare di bambini intenti nei loro infantili giochi, mentre i rintocchi ovattati di una campana annunziavano ai fedeli la fine della funzione religiosa. Era giorno di festa nel piccolo villaggio di Nolem; giorno di riposo e banchetti succulenti.
L’angoscia della notte appena trascorsa non aveva ancora lasciato i pensieri di Kyle, che continuavano a confondere realtà e sogno in un unico miscuglio inscindibile. Chiuse gli occhi e lasciò che l’aria frizzante entrasse a ravvivare l’angusta stanza alle sue spalle, carezzandogli il viso e strappandolo pian piano al suo torpore.
Riempì i polmoni, con un solo profondo respiro, assaporando la vitalità di quel mattino di mezza estate ancora per un momento. Poi espirò e ritorno alla realtà.
Un altro giorno era iniziato.
23/11/2005 - William.h
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