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The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

Il Capitolo che tutti aspettavano. Il destino che si compie. Le paure che diventano realtà. La vita che Will viveva prima non esiste più. Da adesso in poi tutto cambierà.

Shooting Stars

Capitolo XII - Genesi

29/11/2005 - rinox

La notte di San Lorenzo.
Quante volte abbiamo alzato gli occhi al cielo durante questa notte.
La pioggia di meteore, che si osservano in questo particolare giorno d'Agosto, provengono da un punto situato nella costellazione di Perseo e per tale motivo, vengono chiamate anche Perseidi.
La massima intensità di questo sciame si registra ogni anno intorno al 10 agosto, giorno in cui la chiesa cattolica ricorda il martire San Lorenzo, che per la tradizione cristiana, fu arso su una graticola a Roma nel 258 d.C..
Da questo fatto è emersa la leggenda secondo la quale le numerose scie luminose che incendiano il cielo di questa notte non sono altro che le lacrime ardenti del martire. Ogni notte di S. Lorenzo si rinnova la magia dell'uomo che osservando gli sciami lucenti spera che si avverino i suoi desideri.
Le Perseidi hanno ispirato poeti e scrittori, ma soprattutto storie e leggende in ogni parte del mondo.
Tante volte Will aveva alzato il suo naso verso il cielo durante questa notte. Ma non è mai stato molto fortunato. Non ne vedeva mai tante e spesso non era quello che gridava per primo “Eccone una!”.
Ma questa notte la storia è diversa.
Lui è il primo ad assistere allo spettacolo. Da li a pochi minuti le strade si sarebbe invase di gente che con il naso all’insù guarderanno il cielo basiti per uno spettacolo così meraviglioso.
Si stringeranno fra di loro. Si abbracceranno. Si baceranno. Sospireranno.
Perché una notte di San Lorenzo così non si è mai vista.
Ma in tutto questo turbine di speranza, di gioia, di meraviglia che si viene a creare, soltanto Will trema dalla paura.
Guarda il cielo. Così limpido. Così sgombro di nuvole. Non si vede neppure la luna.
La notte perfetta.
Le Perseidi cadono copiose. Non è una pioggia di stelle cadenti. E’ una tempesta di stelle!
Il suo sogno era vero. Era tutto vero.
Il sogno lo doveva avvertire e prepararlo per i tempi che verranno.
Tempi di battaglie e guerra. Come Kinsley aveva detto.
Una guerra che si rispetti ha sempre due fazioni. I buoni e i cattivi.
Nonostante il suo fare altezzoso e difficile, Kinsley si trova dalla parte dei buoni. Ovvero dalla parte di quelli che voglio che questa storia finisca presto. Mentre il male è rappresentato da quel bozzolo. Da quella creatura che Will ancora non sa cosa sia.
In tutto questo lui si trova al centro. Non è stato mai preparato ai suoi compiti. Sulle sue responsabilità.
Dentro di sé Will ha sempre saputo di non essere come tutti gli altri. Ma lo ha sempre considerato solo un suo disagio.
Adesso, mentre guarda il cielo, vuole solo conoscere quale sarà il suo destino. Vuole sapere perché.
Perché tutto questo è successo a lui.
Chiude gli occhi. La sua fronte si corruccia. I suoi pugni si chiudo.
Un urlo straziante esce dalla sua bocca.
Will urla con tutto il fiato che ha in corpo. Con tutta l’energia che può. Tutta l’aria che ha nei polmoni esce, lasciandolo senza fiato.
Si sente meglio. Un urlo liberatorio come pochi.
Adesso ha solo voglia di andare a dormire. Di poggiare la testa sul cuscino e dimenticare per un po’ la merda che gli è caduta addosso.
Riprende il sacco di ghiaccio che gli è caduto. E ritorna verso casa sua.
Una figura scansa leggermente la tenda della finestra della sua camera. Osserva Will. Segue ogni suo passo. Ed attende l’avvento.
Will si ferma. Sta dimenticando qualcosa. “Dio mio!”, pensa, si ricorda che il suo sogno non finiva con la tempesta di stelle. Qualcosa alla fine lo colpiva.
Si innervosisce di nuovo.
Si guarda intorno. Guarda ancora il cielo. Le stelle cadono copiose. Non c’è ordine nei suoi movimenti.
Poi accade qualcosa.
L’aria si riscalda. Will ricomincia a sudare. Cerca un punto di riferimento. Il suo collo gira a destra e a sinistra. Poi guarda la strada. I lampioni più distanti si vanno spegnendo uno dopo l’altro.
Un fischio si sente alla distanza. Si va facendo sempre più forte. Will capisce. E’ il momento. Non ci sta.
Vuole ribellarsi ad un destino che altri hanno deciso per lui.
Comincia a correre. Cerca di raggiungere la porta di camera sua il prima possibile.
Dall’alto qualcosa lo vede da una lunga distanza.
Per questa cosa, Will brilla come un faro nella notte. Ogni lampadina, al suo passaggio si fulmina. Una dopo l’altro le case più distanti rimangono senza luce. La strada ormai è buia.
Will è quasi arrivato. Ancora pochi metri. Improvvisamente anche il parcheggio del motel cade nelle tenebre.
Ogni luce di ogni camera si spegne. Nessuno può vedere quello che sta succedendo per strada. Solo il bagliore intermittente delle Perseidi che cadono permettono di vedere qualcosa tra le ombre. Tari si preoccupa. Sonny ed i suoi amici imprecano. Nonno Clemente smette di leggere. I due segugi si innervosiscono.
Il fischio è arrivato sopra le loro teste. E’ fortissimo.
Will si blocca.
Non può farne a meno. E’ più forte di lui. Si gira. Lei è lì. Brilla lì in alto nel cielo. E’ una stella meravigliosa. Al suo passaggio tutto si fa buio e lei brilla più forte. Sempre più forte. Si avvicina velocemente. Troppo velocemente.
Will fa diversi passi. Sta tornando verso il centro del parcheggio. Molla nuovamente il sacco. Le va incontro. Comincia ad urlare.
-Vuoi me? Mi vuoi? Sono qui! Vieni a prendermi! SONO QUI!-
Sono parole che solo lui poteva udire. Il suono emesso dall’oggetto luminoso è così forte che non è possibile udire altro.
Arriva. Sempre più veloce.
Will è di fronte a lei. Will allarga le braccia.
-Ti sto aspettando!- Grida.
La luce che emette è così forte da non potere definire le sue dimensioni.
Non ha il tempo di dire altro. Si porta le mani agli occhi. La stella esplode a pochi centimetri da lui. E’ colpito in pieno petto.
Will stramazza al suolo. A causa dell’impatto. Viene sbattuto a diversi metri. E’ quasi di fronte la porta di camera sua. Il suo sangue schizza dappertutto.
Il suo petto è squarciato. Qualcosa si sta agitando al suo interno. Il corpo di Will è colpito dalle convulsioni. Le sue braccia, le sue gambe, tremano. Non può resistere a lungo in queste condizioni.
Si può vedere il suo cuore, sembra stia scoppiando. Batte veloce. Molto veloce. Nessun uomo normale resisterebbe. L’infarto è inevitabile.
Will smette di tremare.
Non soffre più. Il suo respiro si blocca. Lo squarcio lentamente si va richiudendo. I muscoli si rigenerano. Le costole rotte si ricompongono. La ferita lentamente si richiude.
Quando tutto è finito, il respiro ritorna. Nessun segno della ferita avuta.
Will giace lì. Sulla fredda terra privo di sensi. Non si muove. Ma è vivo.
Nella sua mente un’immagine s’imprime. Sarà il suo ultimo ricordo prima del risveglio.
E’ l’immagine di una ragazza con lunghissimi capelli biondi raccolti in centinaia treccine. La vede su uno sfondo bianco. I suoi contorni sono sfocati. Una figura paradisiaca. Sembrerebbe un angelo senza ali. Si fida di lei. Sa di non dovere avere paura.
Lei gli parla. Non dice “combatti!”, come nel suo sogno. Sussurra lentamente solo una parola.
-Chira.-
Tari è l’unica testimone dell’evento. Era lei che guardava da dietro la tenda.
Esce dalla sua camera. Si avvicina a Will. Si china su di lui. Avvicina delicatamente il suo orecchio al suo petto. Per un attimo ha avuto paura che non fosse sopravvissuto.
Una lacrima scende sul suo viso. Lei conosce Will, sa che ragazzo è lui. Sa anche che tutto questo è stato troppo.
-Mi spiace… Tu sei l’unico che può salvarci.-
Tari si carica un’altra volta Will, stavolta deve trascinarlo. Lo porta in camera sua. Lo fa sdraiare sul letto.
Gli toglie i vestiti pieni di sangue. Cerca di asciugare il sangue rimasto sulla sua pelle. E lo copre con un lenzuolo.
Lei si siede sulla poltrona vicino al letto.
Will dorme sereno. Il suo viso è rilassato. Finalmente la sua lunga giornata è finita.
Tari lo guarda.
Lo guarda con amore.
Dall’altra parte della strada, i due motociclisti in nero escono allo scoperto. La luce ancora non è tornata.
Uno dei due prende un telefono.
-Signore… abbiamo un problema.-

29/11/2005 - rinox


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