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A novel by William Hopps

The Shadow of Fate

A novel by William Hopps

The Shadow of Fate

The Shadow of Fate

Capitolo II -- 1

7/12/2005 - William.h

Jamie

1.

Mart Kilser passeggiava per il sentiero in pietra lungo il fiume Dren osservando le piccole abitazioni che vi sorgevano vicine. Da quando era giovane le cose in quel “piccolo angolo di Paradiso” erano molto cambiate. Ma lo spirito d’aggregazione e familiarità che aleggiava per le vie di Nolem anni prima era rimasto invariato, anzi notevolmente incrementato.
La gente di quel paesino aveva mantenuto ciò che permette di chiamare un posto casa.
Mart ne era felice e se ne compiaceva guardando come ognuno in quel posto conoscesse l’altro. Non si serravano più le porte la sera e le donne uscivano di casa sovente anche nelle ore tarde del giorno. La pace da cui era stata benedetta Nolem durava da lungo tempo e nessuno aveva intenzione di interromperla.
Nemmeno i ricordi dei più anziani andavano fino all’ultimo periodo di guerra o tensione vissuto da quel paesino. E molti ormai dubitavano che ce ne fosse mai stato uno.
Inoltre negli ultimi trent’anni non passavano più nemmeno forestieri se non gente dei due paesini vicini Tyun e Reflam per concludere qualche affare di bestiame e, comunque, si trattava sempre di gente conosciuta in paese. Mai di stranieri.
Ciò contribuiva a rendere le quattromila anime di Nolem una sola cosa. Tutti avevano bisogno di tutti. E questo dava grande orgoglio a ciascun membro della comunità che si sentiva di vitale importanza per i suoi concittadini.
Sindaco, bracciante, fornaio, calzolaio erano tutti sullo stesso identico piano sociale. Questo non voleva dire che non vi fossero poveri o ricchi, ma l’importanza di una persona a Nolem non era proporzionata alla quantità di denaro che questa possedeva.
Mart Kilser era stato il fornaio del paese fino a un paio di anni fa. Poi aveva passato le consegne al suo figlio maggiore Randy e alla sua famiglia. Sua figlia Estella si era sposata tredici anni prima con Troy Numart, un bravo ragazzo figlio del suo amico Hubert Numart e ereditiero di un grosso allevamento ai confini del paese.
Rimasto abbastanza presto vedovo dell’amata moglie Nasha, Mart dovette tirare su i suoi due figlioli da solo ed adesso era veramente soddisfatto che entrambi fossero felici e avessero costruito ciascuno la propria famiglia. Lì a Nolem.
Ogni giorno Mart percorreva quel sentiero fino al piccolo cimitero dove era seppellita la moglie e chiedeva sulla tomba di lei: <<Sei soddisfatta di come ho allevato i nostri bambini?>>. Poi posava sopra un fiore di campo colto lungo il sentiero e annuiva sorridendo come se avesse avuto una qualche risposta affermativa.
Quindi tornava lentamente in paese guardandosi intorno. Tutta la gente che incontrava lungo la via lo salutava e spesso si fermava con lui a scambiare qualche parola.
Gli anni passati a rifornire di farina e pane fragrante i suoi compaesani gli avevano permesso di acquisire notevole stima da parte dei suoi concittadini, tanto che qualcuno si diceva stesse pensando a lui come prossimo sindaco o capo del consiglio degli anziani di cui era già membro autorevole. Gli veniva riconosciuta molta saggezza e una forza d’animo fuori dal comune, ma si sa, quando ti ritrovi a ventisette anni con due piccoli da accudire, un lavoro da mandare avanti e una giovane moglie defunta da piangere, o sei forte o sei morto.
La prossima tappa della sua consueta passeggiata mattutina domenicale sarebbe stata il forno del figlio Randy e lì avrebbe trovato la sua unica preoccupazione al mondo: sua nipote Jamie. Per il momento almeno.

7/12/2005 - William.h


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