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The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

Anche in questo capitolo un nuovo personaggio fa il suo debutto. La misteriosa agente dell'FBI Hillary Kinsley.

Shooting Stars

Capitolo IX - L'arrivo alla fattoria

9/11/2005 - rinox

Da pochi minuti Will e suo nonno hanno il vento tra i capelli. La sua Lyla si è accesa al primo giro di chiave. Pensare che giaceva nel suo garage da mesi. Il suo rombo è unico. A giudicare da come ci da sotto Will non la sta risparmiando per niente.
-Will… ti prego… rallenta…-
Will ha una fretta del diavolo. Non sente nemmeno la voce di suo nonno. Vuole arrivare il prima possibile. Vuole vedere con i suoi occhi il magazzino di Billy.
-Tra dieci minuti arriviamo!- Dice Will.
-Non voglio arrivare tra dieci minuti! Will… ti ho detto di rallentare!-
Stavolta la voce di suo nonno viene ben sentita. Will lo vede aggrappato con tutte e due le mani al sedile. Forse stava correndo troppo.
-Scusa nonno… ok… rallento.-
-Bravo ragazzo. Adesso va meglio… Però… che gran bella macchina.-
Nonno Clemente sorride, fa capire che Lyla piace anche a lui, ma la velocità non fa per lui.
Anche Will sorride, e da li a poco sarebbero arrivati a destinazione. Già da un po’ Lyla ha lasciato il percorso cittadino. La fattoria di Billy si trova fuori Spring Valley, la sua famiglia possiede da tre generazioni circa 400 ettari di terreno. Il buon Billy coltiva di tutto nei suoi campi e nelle sue serre.
Solo qualche curva, e finalmente la fattoria di Billy sarebbe apparsa proprio di fronte a loro.
Fino ad adesso la presenza dell’esercito non si era fatta sentire. Solo quando superano l’ultima curva e la collinetta seguente, l’ingombrante presenza della forza armata americana si fece viva.
A un chilometro dalla fattoria un posto di blocco fermava il loro proseguire. Purtroppo quella era l’unica strada per arrivare.
Will si dovette fermare obbligatoriamente.
A giudicare dalle facce dei tre soldati armati di mitra, non sembravano contenti di trovarsi lì.
Il soldato seduto sella jeep è il primo ad aprire bocca nel vedere l’auto di Will.
-Eccone un altro.-
-Già…- risponde il suo compagno -…ma almeno questo ha una bella macchina e non un misero furgone da contadino o una familiare.-
Ma il terzo soldato va oltre il guardare l’auto.
-Ragazzi, ma questo non sembra affatto un contadino. La sua targa è del Maryland. Occhi aperti.-
I ragazzi avevano ricevuto ordini ben precisi. Non permettere a nessun curioso del paese di avvicinarsi, ma soprattutto tenere d’occhio gli stranieri. Specialmente se fosse trapelata qualche notizia l’ultima cosa che volevano trovarsi tra i piedi sarebbe stata un giornalista del cazzo con le sue troppe domande.
Will al segnale dei soldati accosta la sua auto sul ciglio della carreggiata.
-Mi dispiace signore. Dobbiamo chiederle di fare retromarcia e tornare indietro.-
-Non potete dirmi cosa devo fare!- Risponde con poca pazienza Will.
-Lo diciamo per la sua sicurezza e quella di Spring Valley. Torni indietro.-
-Devo passare! Fatemi passare! Subito!- Will non sente ragioni. Ma il suo fare insistente non fa altro che inguaiarlo.
-Non insista signore o metteremo sottosequestro il suo veicolo e vi scorteremo all’ufficio dello sceriffo.-
-Ma non sia ridicolo…- A questo punto interviene nonno Clemente che poggiando la mano sul braccio di Will lo interrompe prima che si cacci in un guaio molto grosso.
-Lascia perdere figliulo, non credo che farai mai cambiare idea a questi signori in questo modo. Ma piuttosto, perché non ti presenti? Dì loro che siamo attesi dalla tua amica…-
Una lampadina si accese nella testa di Will. Che idea geniale aveva avuto suo nonno!
-Mi dispiace per come mi sono rivolto. Ma sapete è la prima volta che mi potrei trovare di fronte qualcosa di alieno.- Will cambia completamente atteggiamento, adesso ha un sorriso a trentadue denti talmente brillante da abbagliare un autostoppista in autostrada!
-Sono il Dott. Parker. William Parker. Sono qui, perché chiamato dalla dottoressa Tari Millian. La dottoressa richiede una mia consulenza, sono un genetista. Ecco il mio documento d’identità.-
Il soldato ovviamente non si beve la storiella di Will, ma la sua insistenza lo convince almeno a fare un controllo sui suoi documenti.
-Matt…Passami il telefono. Fammi parlare con il tenente.- Matt sta ancora seduto nella jeep, e segue la scena. Prende il telefono e lo lancia al suo compagno.
Hank è lesto a comporre il numero. E il tenente è anche lui lesto a rispondere alla chiamata.
-Signore. Abbiamo due visitatori. Dicono di essere attesi dalla Dottoressa Millian.-
-Sono attesi dalla dottoressa?- risponde il tenente. -Non sono stato informato al riguardo. Fanne un pacchetto e rimandali a casa!-
Ma proprio in quel momento Tari si trovava nei pressi del Tenente Fox e sente il suo nome nella conversazione.
-Tenente. Mi ha chiamata?- Interviene Tari.
-No signora. Spiacente del disturbo. Ma ci sono due uomini al posto di blocco. Vogliono passare. Dicono che li manda lei.-
-Io? Chi sono?-
-Mi informo subito.- Fox riprende la conversazione con il soldato Hank. –Sergente Hank, come si chiamano i due?-
-Uno dei due dice di essere un dottore. Dice di chiamarsi William Parker.-
Il tenente riferisce subito il nome. –William Parker, signora, dice di essere un dottore.-
-William Parker? Will Parker?-
Un nuovo personaggio s’intromette nella conversazione. E’ l’agente Kinsley. E’ lei che dirige le operazioni.
-Cosa fa qui il figlio del dottor Paul Parker?- Kinsley attende delle spiegazioni. Sembra sorpresa della sua presenza qui.
-Mi dispiace. E’ colpa mia signora.- Risponde Tari. –Deve essere venuto qui per me. Stavamo insieme tempo fa. Ci siamo incontrati stamattina. Lui abita a Spring Valley.-
-Ah…ho capito.- Kinsley sorride. –Fatelo passare. Solo lui.-
Fox riceve l’ordine. –Fate passare solo il signor Parker. Uno di voi accompagni l’altro signore indietro in paese.-
-Ma cosa fa Hillary?- Tari sembra arrabbiata. –Non ce lo voglio qui!-
-Magari può esserci d’aiuto. E’ un genetista come suo padre, giusto?- Kinsley ha la risposta per tutto.
Al posto di blocco il sergente Hank riceve l’ordine del tenente. –Bene.-
-Signori. Mi spiace, può passare solo il dottor Parker. A lei la riaccompagneremo in città.-
Will guarda suo nonno. Gli dispiace lasciarlo solo. Ma suo nonno anticipa le sue parole.
-Non ti preoccupare Will. Mi farò accompagnare al motel di Sonny. Tu vai. Ci vediamo dopo.-
-Grazie Nonno.-
Mentre Will viene lasciato passare, suo nonno sale sulla jeep e riportato in città. Nonno Clemente non era dispiaciuto, anzi, era il momento che Will cominciasse a fare ordine nella sua vita da solo.
Lyla percorre l’ultimo chilometro. Più si avvicina alla casa di Billy, più vede aumentare la presenza di soldati. Dentro di lui pensa. –Cavolo, saranno un centinaio!- Erano presenti mezzi pesanti molto strani. Dovevano essere dei laboratori portatili. Persino quattro elicotteri armati parcheggiati quasi di fronte la casa di Billy.
Quando Will arriva a destinazione, gli viene indicato dove parcheggiare l’auto. Lui avrebbe voluto andare più avanti. Dirigersi direttamente al deposito, dove Big Mama gli ha raccontato che quell’oggetto si era schiantato.
Non ha neppure il tempo di spegnere il motore che due uomini vestiti tutti di nero, proprio come dei veri e propri M.I.B., lo fanno scendere e lo scortano direttamente da Kinsley.
-Cosa volete? Mollatemi le braccia! Come vi permettete!-
-Non si preoccupi, signor Parker, non le faranno del male…se non glielo dico io…ovviamente.- E’ sempre stato questo il biglietto da visita di Hillary Kinsley. Dimostrare di avere sempre il controllo e l’autorità su tutto.
Mentre l’agente Kinsley si avvicinava a Will, lui cominciava le sue domande.
-Chi è lei? Perché questi due non mi mollano?-
-Le ho detto di non preoccuparsi. Gli agenti Turner e Sparrow sono qui solo per la sua incolumità.- Risponde Kinsley.
-La mia incolumità? Perché per caso il sasso che è caduto ha mutato i pomodori in crudeli vegetali carnivori?- Quando è nervoso Will tende ad essere sarcastico.
-No. I pomodori sono ottimi. Ma lei come fa a sapere del “sasso”?- Kinsley non si aspettava che Will sapesse.
-Oggi ho trovato questo.- Will mette una mano in tasca e tira fuori il foglio che era caduto a Tari al ristorante.
-Brutto stronzo…Quello è mio!- Tari sbuca fuori da dietro Kinsley e fa notare di essere un po’ alterata.
-Come hai fatto a prendermelo? Non ti vergogni a rubare?- Tari continua.
-Tari…ahem…Dottoressa Millian…quando mi ha colpito deve esserle caduto dalla cartella che portava.- Will non sapeva come rivolgersi a lei, del resto lui lì in mezzo tra FBI e soldati non valeva niente.
-Smettila… Non chiamarmi Dottoressa. Pensavo fossi venuto qui per me.- Tari sembra un po’ delusa.
-Mi dispiace…- Will si ferma, era meglio non mostrarsi troppo interessato alla sfera. -…Ma io sono qui per te, volevo restituirtelo e magari portarti già adesso a cena.-
Kinsley assiste alla scenetta, ma non si lascia ingannare, lei sa che Will era lì per la sfera.
-Dottor Parker. Ha detto di sapere del sasso. So che lei è un brillante genetista e biologo molecolare. Magari potrebbe darci una mano.- Kinsley gli getta l’amo.
-Lei ancora non mi ha detto come si chiama, agente.-
-Mi perdoni. Mi chiamo Hillary Kinsley. Sono il vice-direttore della sezione 212 dell’FBI.-
-Sezione 212? Mi sembravate dei Men in Black!- Will controbatte.
-Men in Black? Penso che lei sia una persona intelligente signor Parker. Quindi saprà che tutto quello che vede in tv…non sempre è invenzione.-
-Non è inv…aspetti un attimo…- Will è più che sorpreso dalla risposta.
-Basta stupide domande. Vuole vedere dove caduto l’oggetto?- Kinsley si è stufata di stupide chiacchere.
-Certo. Mi piacerebbe.- Will non si lascia perdere l’occasione. Quando gli sarebbe ricapitata.
-Dottoressa Millian, vada in laboratorio. La raggiungeremo a breve, così potrà andare a cena con il signor Parker. Nel frattempo voglio far fare al suo amico un breve giro turistico.-
-Ma signora, non è necessario…posso farlo io.- Tari interviene.
-Signorina Millian, era un ordine.- Kinsley non ama ripetersi.
Tari non si aspettava una risposta così dura. Non ebbe neppure il coraggio di rispondere. Si girò e se ne andò, non salutò neppure Will.
-Bene, adesso che la dottoressa Millian è andata… Turner, Sparrow, andate, lasciateci soli.-
I due agenti lasciano Will finalmente libero. Subito si allontanano. Kinsley fa lui un gesto con la mano. Gli fa segno di seguirla.
Durante il percorso passarono di fronte la casa di Billy. Il poverino era chiuso in casa sua con la moglie e i figli. Non era neppure libero di uscire e girare per i suoi campi. Vedendolo di fronte alla finestra Will potè quasi avvertire la sua tristezza.
Mentre seguiva Kinsley non riusciva neppure ad aprire bocca. Era talmente emozionato che i suoi pensieri erano così tanti che non riusciva a metterli tutti insieme e parlarne.
Più si avvicinavano al deposito, più la puzza di bruciato aumentava.
Una lunga stria nera poteva vedersi arrivare dritta al deposito. Probabilmente l’oggetto cadendo si portava dietro una coda di fuoco che ha bruciato i pomodori del campo.
Arrivarono di fronte la porta. Il capannone era buoi. Kinsley accese la luce. Will sobbalzò. Il brusco passaggio dal buoi ad una luce così intensa lo disturbò. Si sorprese a quello che vide. Così finalmente aprì bocca.
-Dov’è il buco?-
Un oggetto che cade dal cielo con violenza, che brucia tutto quello che incontra e sfonda con forza una porta spessa due centimetri con facilità, dovrebbe lasciare ben più di una misera bruciatura sul pavimento.
-Pensi ancora che sia un sasso?-

9/11/2005 - rinox


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