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A novel by William Hopps

The Shadow of Fate

A novel by William Hopps

The Shadow of Fate

The Shadow of Fate

Capitolo II - parte 4 e 5

3/02/2006 - William.h

4.

Forti raggi di sole filtravano dalle due alte aperture dello stanzone andando ad avvolgere con il loro caldo abbraccio la snella figura di Jamie. Le lacrime le facevano brillare gli occhi in quella luce, e ciò le conferiva un aspetto fragile e indifeso. Ma c’era qualcos’altro. Una fierezza degna di un sovrano. Jamie era distrutta ma consapevole della sua scelta e convinta a non sottomettersi alla volontà della sua famiglia. Sembrava una principessa ferita.
Prese un profondo respiro e disse: << Se sei venuto per parlarmi di lui, allora è meglio che tieni i tuoi pensieri per te. Non voglio litigare anche con te nonno. Ti prego non costringermi a farlo. Ti prego.>>
<<Jamie non sono qui per parlare ma per ascoltarti, tesoro.>>
Girò la testa scuotendola verso di lui, e lo fissò come si guarda un folle dopo che questi abbia detto qualcosa totalmente priva di senso.
<<Ascoltare? Tu ascolti? E da quando nonno?>>
Non avrebbe parlato tanto facilmente e probabilmente Mart aveva già sbagliato tattica.
<<Jamie raccontami quello che pensi tu di tutta questa storia. Io non ti interromperò.>>
Per tutta risposta la ragazza prese la teglia e la infornò facendo attenzione a non scottarsi.
Mart dubitava che avrebbe parlato, ma rimase in silenzio ad aspettare che sua nipote si decidesse.
Non ci volle molto.
Dopo aver chiuso il portello della fornace, Jamie si voltò verso di lui e questa volta non tentò nemmeno di trattenere la sua collera.
<<Vuoi sapere quello che penso io, nonno? Lo vuoi proprio sapere?>>
Mart fece per rispondere ma non gli fu permesso.
<<Penso che voi non abbiate idea di cosa diciate a proposito di tutto questo!! Penso che vi dobbiate fare un po’ gli affari vostri e permettermi di decidere della mia vita senza costrizioni!!
Sono grande ormai, nonno, GRANDE.
Potrei tranquillamente sposarmi e farmi una famiglia mia, lo sai questo? Lo sai?
O sei ancora convinto che sia la bambina da accudire e da tenere sulle ginocchia?>>
Anche adesso Mart cercò d’intervenire, di dirle che lo vedeva che era cresciuta e che loro cercavano solo di impedirle di commettere errori di cui se ne sarebbe pentita in seguito, ma anche stavolta non gli fu permesso.
<<Voi non avete più il diritto di dirmi cosa posso o non posso fare!! E soprattutto non dovete impicciarvi della mia vita privata!!>>
Il fazzoletto che le legava i capelli stava ormai perdendo la propria battaglia, e le ciocche d’oro che si erano ribellate alla sua morsa si allungavano libere sul bel volto della ragazza.
Con un gesto pieno di rabbia, lei se lo tolse di dosso e lo gettò a terra. Poi incrociò le braccia e, in un gesto che Mart conosceva bene, si voltò di fianco rispetto a suo nonno e gli mise il broncio.
“Non credo basti comprarle un dolcetto stavolta…” pensò Mart “il diplomatico”.
Doveva parlarle. Adesso. Anche se lei probabilmente non lo avrebbe nemmeno ascoltato. Lui doveva tentare.
Era indeciso quando Teresa gli aveva chiesto di tentare di riportarla alla ragione. Dopotutto era ancora una ragazza e da giovani capita di prendere una cotta per la persona sbagliata, ma poi…
…poi si ci rendeva conto dell’errore commesso e si ci malediva per non essersene resi conto prima.
Il suo intento, come quello della famiglia di suo figlio, era solo di evitarle inutili sofferenze e delusioni. Inoltre la paura che sua nipote potesse ritrovarsi un giorno coinvolta in spiacevoli situazioni era molto forte.
<<Jamie… non comportarti così con noi. Non siamo tuoi nemici. A noi sta a cuore solo il tuo bene nient’altro. Per questo cerchiamo di spingerti a riflettere su questa… “storia”. Non ci vedo nulla di male al fatto che tu possa frequentare un ragazzo, ma bisogna anche saper scegliere con la mente, oltre che con il cuore.>>
Il tono di Mart era affabile e gentile. Cercava di insinuarsi dentro di lei come spesso faceva nei confronti dei suoi interlocutori del Consiglio.
Jamie non gli scattò contro e questo lo incoraggiò a proseguire.
<<Vedi, piccola mia, spesso nella vita si è affascinati dalle persone che ci provocano uno sconvolgimento nell’animo. Ma la cosa difficile è capire perché questo ci accade e da cosa sia provocato questo turbamento: se dal bene o dal male. A volte questi sono così vicini che distinguerli risulta molto arduo, spesso impossibile per chi prova tale attrazione. Ed è in questo momento che bisogna fidarsi di chi ti vuole bene, piccola.>>
Jamie trasse un profondo respiro alzando lo sguardo verso la fornace. Poi si voltò verso Mart e con calma chiese:
<< E cosa consigliate voi dunque? >>
A Mart non sfuggì l’ironia di cui erano cariche le parole della nipote. La battaglia era persa. Probabilmente lo era fin dal principio.

5.

Passarono alcuni istanti in cui gli occhi dei due si scrutarono duramente. Non era piacevole essere derisi così apertamente, soprattutto per Mart che non era abituato a non essere ascoltato.
E che questo accadesse ad opera di sua nipote era intollerabile.
La voglia di schiaffeggiare quel viso così dolce quanto sfrontato era forte e stava per prendere il sopravvento, ma sarebbe stato un grosso errore. E il vecchio questo lo sapeva.
Dominò il suo istinto facendo appello alla saggezza di cui era dotato. Rilassò i muscoli delle braccia pronti a scattare, e si costrinse a ripiegare su una soluzione più diplomatica.
<< Va bene. Hai vinto.>>
Jamie fu visibilmente sollevata dalle parole di suo nonno. Vedere Mart ammettere una sconfitta era una cosa più unica che rara. Le lagrime ricominciarono a scendere sulle guance rosee della ragazza.
Mart capì che Jamie aveva abbassato le difese e adesso lo avrebbe ascoltato. Bastava solo utilizzare le parole giuste.
<< Facciamo così, piccola. Permettimi di conoscerlo. Una volta che mi sarò reso conto che lui è la persona che tu dici, mi farò carico di risolvere la questione con i tuoi genitori e tutto questo periodo passerà come se non fosse mai accaduto. >>
Sorrise protendendosi ad abbracciarla.
Jamie si gettò tra le sue braccia, piangendo e singhiozzando. Finalmente qualcuno si stava dimostrando sensibile ai suoi sentimenti e stava cercando di capirla.
Finalmente vedeva una possibilità di sistemare ogni cosa e vivere il suo amore con serenità.
<< Grazie nonno! Grazie! Vedrai che ho ragione su di lui!>>
Mart l’abbraccio stretta.
Il risultato della battaglia era stato capovolto. Aveva vinto lui.

3/02/2006 - William.h


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