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Cronaca

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Piazza San Pietro durante i funerali di Papa Wojtyla (Repubblica)

I grandi del mondo dimenticano i propri conflitti di fronte alla bara di Giovanni Paolo II

Il mondo si stringe intorno a Wojtyla

Più di 400 mila persone a Piazza San Pietro per l'estremo saluto al Pontefice

9/04/2005 - master

CITTA' DEL VATICANO - Piazza San Pietro è stata il teatro di una cerimonia capace di unire cristiani e non cristiani, uomini potenti e gente comume, il dolore per la perdita di un uomo straordinario e la consapevolezza che Giovanni Paolo II continuerà a vegliare su di noi dal Paradiso.

La solenne liturgia dell'addio al Pontefice, seguita dalle massime autorità di decine di paesi e di fedi religiose deìiverse, si è al tempo stesso sviluppata come una intensa manifestazione di affetto popolare, spontanea e informale. Le lacrime rigavano lentamente il volto di molte tra le 400 mila persone presenti in piazza, o che hanno assistito alla cerimonia dai maxischermi sparsi nelle maggiori città del mondo. Un travolgente senso di affetto è stato trasmesso agli oltre 90 paesi collegati in diretta. Tutti hanno condiviso quella che il cardinale Ratzinger ha definito "Tristezza e gioiosa speranza".

Il parterre, sulla destra del sagrato, era affollato da uomini di potere: Bush e Blair, Chirac e Schroeder, Kofi Annan, rappresentanti della Lega Araba, gli inviati della Cina e di Taiwan, la delegazione indiana e quella pakistana. Amici e nemici si sono ritrovati uno a fianco a l'altro nell'estremo saluto al Pontefice. Giovanni Paolo II con la propria morte ha realizzato quello che fino ad oggi si sarebbe potuto definire un evento storico: il presidente israeliano Moshe Katsav stringe la mano al presidente siriano Bashar Assad e al capo dello stato iraniano Mohammad Khatami.

Il cardinale Ratzinger, interrotto dagli applausi per ben 14 volte, ha rievocato la vita, la missione e la vocazione del Papa. Un forte senso di commozione ha attraversato la folla quando il cardinale ha chiuso il discorso dicendo "Giovanni Paolo II sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice". Gli occhi di molti fedeli si sono volti verso la finestra dalla quale Wojtyla era solito apparire e dalla quale, sebbene malato, ha conferito la sua ultima benedizione. Da quella finestra non comparirà più quell'uomo vestito di bianco che con le sue parole aveva scosso il cuore di tutti dicendo "Aprite le porte a Cristo".

Alla solennità dei rituali antichi si sono uniti gli striscioni e i cori che incitavano: "Subito santo". Prima dell'omelia, il corpo del Papa era stato chiuso nella cassa di cipresso. Sul suo volto era stato posto un velo di seta bianca dal maestro delle cerimonie monsignor Harvey e dal segretario particolare di Giovanni Paolo II, monsignor Stanislao. Nella bara sono state poste anche le monete del pontificato, in oro e argento, e un tubo di metallo contenente il Rogito, redatto dal maestro delle cerimonie, nel quale si racconta la vita del Papa. La bara è stata tumulata alle 14:20 nelle grotte vaticane dopo una breve processione.

Questo è stato l'epilogo di una settimana straordinaria per la città di Roma e la sua storia. Milioni di fedeli che stanno lasciando la capitale con lo stesso ordine e la medesima compostezza con la quale l'avevano invasa. La Santa Sede ha ringraziato l'Italia e in particolare ai volontari e alle forze dell'ordine per aver accolto a Roma i pellegrini.

9/04/2005 - master


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