8/11/2005 - bila83
Testi: Mauro Boselli
Disegni: Stefano Andreucci
Copertina: Enea Riboldi
Nella serie (“Dampyr”) degli ammazzavampiri per vocazione, eccolo, finalmente: Dracula, IL vampiro per eccellenza. Tutto regolare, sembra. E invece: ma come? Ai lettori affezionati a Dampyr non era già stato spiegato che lo storico Vlad Tepes non era un vampiro vero bensì un umano? Appunto. E allora come mai lo ritroviamo intatto dopo tanti secoli? Che diavolo sta succedendo in Transilvania?
Per capirlo e per sciogliere tanti altri interrogativi bisogna leggere “Dracula Park”. La storia di Mauro Boselli, il creatore della testata, è divertente. Perché si lascia prendere la mano e ammicca al lettore. Gli appassionati di horror non potevano non chiedere a più riprese una storia con Dracula, dal vivo e dal vero, in una serie dedicata ai vampiri! Ma c’era un problema: la serie aveva spiegato che il mitico voivoda di Valacchia non era altri che un umano guidato da Draka, il vampiro maestro della notte padre del protagonista, Harlan Darka.
Per chi entrasse solo con questa lettura nel mondo di Dampyr: Harlan è figlio di un vampiro e di una donna umana, ovvero un dampyr, una creatura in grado di uccidere i terribili maestri, che sarebbero praticamente immortali. Se ne fregano dei paletti di frassino, delle croci, dell’acqua benedetta, della luce del sole. A temere la luce sono piuttosto i non-morti, i nosferatu del cinema, per intenderci: essi sono creati dai maestri e gli obbediscono. Chiaro? Bene, di fatto Draka è uno dei più potenti maestri ed era già vivo ai tempi della Roma imperiale, della guerra dei 30 anni e della prima guerra mondiale. Dietro alla leggenda di Dracula ci stava lui. Ma Dracula, quello vero, è morto e sepolto secoli fa. Chiaro questo, come cavolo si fa a metterlo in una storia a fumetti?
E allo stesso tempo, come si fa a metterci altri mostri classici dell’horror, visto che la serie si diverte a giocare coi luoghi comuni sui vampiri? A tutte queste domande Mauro Boselli doveva trovare una risposta. Che valesse la pena di essere scritta.
Fatto. Con la consueta maestria. Di più: è riuscito a ripresentare papà Draka e a proporre sviluppi interessanti. A tornare in Transilvania dopo la triplice avventura n°20-21-22 (“Il castello dei Carpazi – Transilvania Express – Il mistero delle sette città”, capolavori pubblicati anche dalla collana dei classici del fumetto di “Repubblica”) senza che si sentisse il sapore della minestra riscaldata. A esagerare con gli effetti speciali senza scivolare nell’effetto splatter: ed era questo il rischio maggiore. Era questo – lo ammettiamo – che temevamo a metà dell’albo, dopo un ottimo inizio.
Sul lago Snagov, in Romania, tre avventurieri cercano il corpo di Dracula, nel suo leggendario sepolcro, nel locale monastero. Va a finire piuttosto male: perché non trovano Dracula ma Draka, il maestro. Che si diverte un mondo con loro: evoca Dracula coi suoi immensi poteri psichici (i vampiri veri li hanno), poi due li ammazza e uno, Mihail, lo trasforma in un suo non morto.
Ma cosa c’è sotto? Chi voleva il corpo di Dracula? Qualcuno che pensava di fargli un mausoleo nel Dracula Park, parco dei divertimenti a tema vampiresco in Transilvania, l’americano mister Vance. Mihail, già non morto, lo chiama. E lo mette di fronte al vero Dracula. Che prende vita. Silenzio, buio, si gira pagina, nuova didascalia: “Parecchi mesi dopo…”.
Siamo sempre in Romania e ci sono i tre protagonisti. Riassumiamo per i neofiti: di Harlan abbiamo già detto; poi c’è Tesla, una bionda non morta di origine tedesca, sottratta nel n°2 al branco di un mestro della notte e ravvedutasi; infine Emil Kurjak, un ex soldato slavo, che nel conflitto serbo ha perso la moglie e una figlia. Cacciatori di vampiri per vocazione.
Vogliono indagare: nel frattempo il parco non si fa più dove si pensava – una secolare foresta – e proprio lì ci sono state strane apparizioni. Vero: puzza di bufala. Perché in Dampyr spesso quel che sembra nascondere l’orrore non lo fa e viceversa. Potrebbe pure essere una vacanza: “Non sono un fanatico dell’azione a tutti i costi, io!”, dice Kurjack. Eppure un giro nella foresta bisogna farlo. Lì incontrano tre ragazzi del movimento ecologista. Una di loro, Mirela, vive da mesi su un albero: salgono su a fare due chiacchiere, e questa racconta di aver visto nientemeno che Draka. Di più, di averci fatto l’amore.
La sua testimonianza racconta di un incontro tra Draka, Dracula, Vance e altri soci del parco. Vance arriva a cavallo con Draka e dice al socio: “Ti presento il nuovo sponsor!”. E dalla nebbia appare… Dracula!
Perché comunque questo parco dei divertimenti s’ha da fare. Non nella foresta, ma a Castel Vlatna. E qui i vecchi appassionati della serie avranno sussultato: il castello del conte Gabor Vlatna. Un orfanotrofio gestito in realtà da un maestro della notte, Vlatna, acerrimo rivale di Draka. Al termine del n°20 che raccontava quella storia, Harlan rischiò di essere ucciso e fu salvato dal padre. Inizio di una serie di domande nel cranio del protagonista: perché mio padre mi ha salvato? Cosa vuole da me? Mi sta sfruttando per eliminare i suoi nemici? Tenete conto che nell’incontro ravvicinato di due albi dopo papà dice: “Povero Harlan. Non sei ancora pronto per uccidere tuo padre….”. C’è da diventare pazzi. Harlan prende male la notizia che ci sia suo padre di mezzo. Eppure sa che dovrà farci i conti: “Le sfide con gli altri maestri sono tutte prove da superare per darmi la forza di arrivare fino a lui”, dice Harlan a pagina 32. Ma sta a vedere che qualche risposta arriva già in questo speciale….
Intanto, a Castel Vlatna è tempo di prove generali. Giornalisti di settore e addetti ai lavori invitati alla “prima” del parco vampiresco. Come sempre Boselli mette in piedi un teatrino di personaggi ben congegnati. C’è l’imprenditore, l’eccentrico Brand, amante dell’horror estremo, con la fidanzata-segretaria Sylvaine. Hobbes, un giornalista inglese di mezza età, che cerca così disperatamente sesso da fare tenerezza. E Ingrid, una sua collega che cerca altrettanto, ma in maniera molto più altezzosa. E anche Kurjak e Nina, una delle ragazze ecologiste, sotto falso nome, come presunti giornalisti di una fanzine horrorifica. Mentre Harlan e Tesla cercano di entrare dai vecchi sotterranei, dal pozzo in cui incrociarono le spade con Vlatna.
E’ sera e inizia il tour del castello. “Spero che quelli siano solo attori ben truccati – dice Kurjack – perché se sono non morti di Draka sarà difficile uscirne vivi”. Ecco: una foresta. E i lupi. Mannari. E i morti escono dalle tombe. Toh, un pipistrello. Naturalmente si materializza come l’ospite più atteso: Vlad Tepes, in arte Dracula. Non morti e lupi si fanno a pezzi. Vincono i primi, che accompagnano gli ospiti mano nella mano. Passano da un giardino di cadaveri impalati. Arrivano alle segrete. E qui Boselli si sfoga, perché mostra un campionario di creature orrende: una dearg-dul irlandese, empuse e strige, lamie, il vukodlak della Serbia, un Kuang-Shi della Cina, Chordewa la pantera vampira, i Vetala indiani. “Chissà dove finisce la fantasia e dove inizia invece la crudele realtà!”, esclama Vance. Boselli fa un manuale animato di creature dell’orrore: mezzi uomini mezzi uccelli, serpenti, … Fino al Kudlak, il vampiro sciamano sloveno. Che – ohibo – inizia a strillare che sente odore dell’amico di un Kresnik. In sloveno, il Dampyr.
Fino a Erszbeth Bathory, altro mito dell’horror: la contessa che, per rimanere giovane in eterno, faceva il bagno nel sangue di giovani vergini sacrificate! E la notte deve ancora iniziare. Perché con le tenebre le creature si scatenano.
Fortuna che ci sono Harlan e i suoi a mandare all’inferno un bel po’ di mostri in una lotta senza quartiere, stanza per stanza, in una castello come stregato, che sembra cambiare forma minuto per minuto! Il Kuang-Shi cinese ferisce Kurjak, che ha la morte nel corpo. Una fiera dell’horror estremo nel quale abbiamo un momento di smarrimento: “Dampyr” non è mai stato così! Ci viene in aiuto Harlan: tutte quelle bestie sono emanazioni fisiche di un maestro della notte. Che deve essere vicinissimo per materializzarle! Flash: nella mente di Harlan appare il padre! “Lo sento vicino. Una parte di lui è sotto di noi!”. E anche: “Nessuno lo odia più di me in questo momento!”. Nel sotterraneo, la Bathory rapisce Brand e Sylvaine. Il nostro trio incontra Dracula e i lupi mannari in lotta. E i nostri aiutano Dracula. Che rivela di essere stato risuscitato temporaneamente dal maestro Draka, tenuto in vita da un amuleto con una sua ciocca di capelli. Detto questo, svanisce.
Il sotterraneo è emanazione del maestro, che vuole fermarli. Là sotto, cerca di bere tutto il sangue degli ospiti prigionieri per diventare più potente! “Ma qualcosa non quadra! Draka è già uno dei maestri più potenti!”, obietta Kurjak. “Infatti non è di lui che stiamo parlando!”, risponde Harlan sparando.
Colpo di scena. In un sotterraneo intessuto di mostruose vene, i nostri ritrovano il maestro Vlatna! Harlan però può vedere oltre i suoi inganni: e vede il suo corpo smembrato, tenuto insieme dalle vene. Sta cercando di rinascere. Ha bisogno di sangue. Ha creato un regno d’orrore, sfornando creature del male a gogò. Bisogna trovare il cuore. Da chi arriva la mano? Papà. Sbaragliata l’orda di Vlatna, crolla un muro, e di là c’è il cuore. Harlan pugnala. E il castello crolla.
Eccoli, di nuovo faccia a faccia: padre e figlio. Vampiro e dampyr. Spiegazioni: Draka voleva mettere le mani sul Dracula Park, usando i poteri latenti di Vlatna, lasciando come supervisori i suoi non-morti e riportando alla vita Dracula. Alla fine, Draka ammazza Vance. Che non era stato trasformato in non-morto, come credevamo, ma era perfettamente normale. Solo talmente infido da passare agli ordini di Vlatna. La vera causa della sua rinascita. “Ma perché tutto questo? E perché tu non uccidesti Vlatna, una volta per tutte?”. “Non lo sapevi figlio mio? Solo un dampyr può uccidere in maniera definitiva un maestro della notte. Attraverso di te io ho un potere in più, che nessun altro nella mia stirpe possiede….”.
Risposte: dunque – ne abbiamo la conferma – Draka ha messo al mondo il dampyr per questo motivo! Combatte una lotta (non sappiamo perché) contro i suoi simili. Di certo c’è che Draka, per motivi incomprensibili, non è un vampiro come gli altri. Eppure è uno che ha ammazzato a più non posso: è un vampiro. Ma come dice nell’ultima vignetta andandosene con la bella Mirela: “Un vampiro ha bisogno soprattutto d’amore”. E’ capace di amare. Per questo gli altri maestri non lo sopportano più, come l’acerrimo rivale Marsden. I nodi stanno venendo al pettine e presto ci sarà uno scontro definitivo. Dagli indizi forniti in questo stesso albo, magari nel cuore dell’Himalaya. Che sia là il covo di Draka?
Dunque una gran bella storia. Siamo rimasti colpiti dalla parte centrale, quella dei mostri in fiera. Lì il piano di Boselli poteva scricchiolare: troppa carne al fuoco e rischio di un orrore troppo esplicito che altre volte era stato evitato, solo suggerito. E quasi in contraddizione con le regole della serie: non capivamo da dove venisse ‘sto Dracula, che cavolo fossero tutti quei mostri… Alla fine, la spiegazione c’è. E bisogna lodare l’autore per la messa in scena più convincente possibile, avvincente ed emozionante. Che ha soddisfatto chi voleva Dracula ma anche chi attendeva il ritorno di Draka e rivelazioni sul futuro della serie.
Ultima lode, a Stefano Andreucci, il bravissimo disegnatore della storia. Un maestro, non della notte, ma della china, del tratteggio, un po’ di tutto. Appuntamento al prossimo speciale. Nel 2006 sarà ambientato a Londra.
8/11/2005 - bila83
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