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Cronaca

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Entro 5 anno le protesi mammarie verranno sostituite da seni coltivati in laboratorio

Staminali: ricostruita pelle di 13 pazienti

Grazie a tre tipi di cellule staminali è stata ricostruita la pelle completa di strato superficiale e profondo

1/03/2006 - master

ROMA - E' stata ricostruita in laboratorio, per la prima volta al mondo, la pelle completa di strato superficiale e profondo grazie all'uso di tre diversi tipi di cellule staminali prelevate da 13 pazienti. La pelle è stata, in seguito, impiantata negli stessi pazienti per rimarginare lesioni molto gravi ed estese. Gli interventi sono stati eseguiti nell'università La Sapienza di Roma, presso la cattedra di Chirurgia plastica diretta da Nicolò Scuderi.

La notiza è stata resa nota da Scuderi durante il primo congresso nazionale Corte (Conferenza italiana per lo studio e la ricerca sulle ulcere, piaghe, ferite e la riparazione tessutale), che riunisce 34 societa' scientifiche e inoltre associazioni di pazienti e infermieri, tenutosi oggi a Roma.

A margine del congresso è stato sostenuto che il seno al silicone è destinato a scomparire in pochi anni. Il futuro è, infatti, legato alla coltivazione in laboratorio delle cellule staminali adulte del tessuto adiposo (adipociti), che insieme alle ghiandole mammarie costituiscono il tessuto del seno.

"Ricostruire la parte grassa della mammella eviterà l'uso di protesi", ha confermato lo stesso direttore della cattedra di Chirurgia plastica dell'università di Roma Nicolò Scuderi. "La ricostruzione del seno basata sulla coltivazione in laboratorio degli adipociti - ha aggiunto - potrà essere utilizzata sia per ricostruire il seno a pazienti che hanno subito l'asportazione sia per interventi estetici, comunque non potrà avvenire a breve: richiederà ancora un periodo compreso fra 3 e 5 anni".

La coltivazione degli adipociti è uno dei tanti capitoli del vasto programma di ricerca recentemente finanziato dal ministero della Salute con 20 milioni e proposto dal gruppo di Scuderi insieme all'Istituto di Istologia dell'università di Padova e dall'azienda specializzata in Ingegneria dei tessuti Fidia Advanced Biopolymers. Oltre alla messa a punto di tecniche per la coltivazione degli adipociti, il programma prevede la coltivazione dei bulbi piliferi, delle cellule del muscolo cardiaco, di pelle e cartilagine.

Scuderi si è mostrato particolarmente ottimista sugli sviluppi che queste tecniche potranno avere: "Sono sicuro - ha concluso - che il futuro non sarà il trapianto di cuore, ma il cuore coltivato in laboratorio a partire da cellule cardiache".

1/03/2006 - master


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